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CORNO VITELLO - GRAN CIMA - M. PERRIN - SPERONE SUD CORNO VITELLO

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Il Corno Vitello chiude a est un vasto altopiano roccioso che costituisce la parte terminale del Vallone di Mascognaz, ed è collocato a cavallo dei 2900 metri di quota.
Questo altopiano è raggiungibile essenzialmente seguendo due itinerari, ovvero da Estoul via Laghi di Valfredda - come descritto nell'itinerario 43 - o dal Lago Perrin, seguendo parte dell'itinerario 25.
L'altopiano, che a ovest precipita nella torbiera da cui sale il sentiero che conduce al Colle Palasina, è circondato da alcune cime.
Tra queste la più alta e nota è a est il Corno Vitello; le altre due sono la Gran Cima (3023) e il M. Perrin (2974), poste rispettivamente a nord e a sud del lungo canale di sfasciumi che sale dal Lago Perrin.
Si tratta di due monti decisamente poco conosciuti e frequentati, anche se molto panoramici e relativamente semplici da raggiungere, sicuramente alla portata di un buon escursionista. Nella foto a sinistra, scattata dal Corno Vitello, sono visibile le due vette e il sottostante altopiano roccioso.
L'itinerario qui presentato, che parte dalla base ovest del Corno Vitello, sale alla Gran Cima, si trasferisce sul M. Perrin e torna al punto di partenza, è studiato per essere accodato al n. 43, ma è naturalmente associabile anche al 25, che come detto percorre il canale che divide le due cime.
Il percorso attraverso due volte il suddetto altopiano; va specificato che non esiste un vero sentiero in questa zona, e al massimo è possibile incontrare alcuni ometti di pietre. La via sull'altopiano è abbastanza libera, e comunque non presenta particolari pericoli.
Chiude l'itinerario la facile salita (opzionale) allo sperone sud del Corno Vitello, che con pochi minuti di cammino permette di completare la collezione di tutte le cime della zona.
Tratto 1: base del Corno Vitello m. 2967 - Gran Cima m. 3023.

Sentiero: non segnato.
Tempo di percorrenza: 45 - 70 minuti
Difficoltà: tratti su pietraia e altri ripidi.

1. Pietraia alla base del Corno Vitello.
2. Alcuni ometti.
3. Percorso di avvicinamento e salita.
4. Un momento dela salita verso la cresta.
5. Ultima parte di salita sul versante sud.
6. Percorso parallelo alla cresta.
7. Superamento di una spaccatura.
8. Breve passaggio su roccia.
Alla base del Corno Vitello si attraversa la pietraia in direzione nord-ovest, puntando direttamente verso la Gran Cima (foto 1). Non esistendo un percorso fisso (esistono degli ometti - foto 2 - di pietre ma è facile perderne le tracce) è possibile inventare il percorso come si preferisce; in ogni caso conviene mantenersi a una certa distanza dal bordo nord-est dell'altopiano, e perdere qualche metro di quota per evitare alcuni costoni rocciosi.
Si passa nei pressi del piccolo lago (occasionalmente asciutto) posto a quota 2883 lasciandolo sulla destra; il terreno è composto da roccia, sfasciumi e qualche piccola area erbosa. La zona è popolata da stambecchi ed è piuttosto facile osservarne anche a distanza relativamente ravvicinata.
Ci si avvicina alla Gran Cima dirigendosi alla sua base sud (foto 3), piegando poi - dove si riesce a disegnare un percorso su uno scivolo erboso - verso destra per affrontare il pendio (foto 4 e 5) che porterà in prossimità della cresta.
Il percorso non raggiunge effettivamente lo spartiacque, che è roccioso ed estremamente frastagliato; si mantiene invece alcuni metri più in basso (foto 6), tra erba e rocce.
Qui si incontrano alcune spaccature nella cresta (foto 7), che si possono agevolmente superare, e un facile passaggio su roccia (foto 8) subito prima della vetta (foto 9).

9. La vetta della Gran Cima.
Questa si presenta allungata in direzione nord-ovest - sud-est, ampia e leggermente inclinata verso sud-ovest. I versanti sono ripidi, quasi verticale quello nord. Sono presenti due ometti di pietre.
Tratto 2: Gran Cima m. 3023 - M. Perrin m. 2974.

Sentiero: non segnato.
Tempo di percorrenza: 35 - 50 minuti.
Difficoltà: qualche tratto su pietraia.

10. Discesa dalla Gran Cima.
11. Avvicinamento al M. Perrin.
12. Risalita sul dosso.
13. Il percorso di salita.
14. Salita sulla pietraia.
15. Raggiungimento della cresta.
16. Si rimane a sinistra del filo di cresta.
17. Arrivo in vetta.
18. La cima del M. Perrin da ovest.
La discesa dalla Gran Cima si effettua seguendo grossomodo lo stesso percorso della salita (foto 10).
Il tracciato GPS in questo tratto riporta due tracce distinte, col ritorno più lontano dalla cresta perchè, non essendoci alcun sentiero, la progressione è piuttosto libera.
Giunti alla base della Gran Cima si piega a destra in direzione del M. Perrin (foto 11). Il percorso di avvicinamento - anch'esso privo di sentiero - dopo aver incontrato lo sbocco del canalone che sale dal Lago Perrin (vedi escursione 25) risale sul dosso pietroso posto tra le due vette (foto 12), per poi scenderne per alcuni metri e portarsi alla base del Perrin.
Si inizia dunque la salita verso la cima (foto 13).
Per prima cosa si attraversa una pietraia formata da grandi massi; qui si risale decisamente (foto 14) puntanto verso la cresta sommitale, che andrà raggiunta passando al di sopra del costone roccioso che percorre verticalmente tutto il versante (foto 15).
Una volta in cresta la si percorre lasciando lo spartiacque qualche metro sulla destra (foto 16), arrivando velocemente all'ometto di vetta. (foto 17). Anche questa (foto 18), analogamente a quella della Gran Cima, è erbosa, con una ripida parete nord e un versante sud più dolce.
Dalla cima è splendida la vista sul sottostante Lago Perrin (foto 19).

19. Il Lago Perrin visto dall'omonima cima.
Tratto 3: M. Perrin m. 2974 - base del Corno Vitello m. 2967.

Sentiero: non segnato.
Tempo di percorrenza: 30 - 45 minuti.
Difficoltà: tratti su pietraia.

20. La partenza dal M. Perrin.
21. Discesa ripida.
22. Sulla pietraia.
23. Superamento del dosso pietroso. Nel centro della foto è riconoscibile un ometto.
24. Avvicinamento alla base del Vitello.
Il ritorno verso il punto di partenza inizia naturalmente con la discesa dal M. Perrin (foto 20).
Si ripercorre la cresta est fino a superare il costone roccioso che scende a destra; subito dopo si piega a destra per scendere ripidi verso la pietraia (foto 21), che viene superata scendendo (foto 22) fino alla base est della montagna.
Da qui si punta verso est superando nuovamente il dosso posto tra il Perrin e la Gran Cima (foto 23); è possibile inconteare qualche ometto di pietra.
Scavalcato il dosso ci si riunisce al percorso effettuato nel tratto 1 nei pressi del lago di quota 2883; da qui si punta direttamente alla base del Corno Vitello (foto 24), dove si ritrova il sentiero che sale dal Vallone di Palasina nel punto in cui questo inizia ad affrontare la salita verso la cima del Vitello.
Tratto 4 - lo sperone sud del Corno Vitello m. 2977.

Sentiero: non segnato.
Tempo di percorrenza: 10 - 20 minuti.
Difficoltà: nessuna.

25. Salita sul versante sud-est.
26. Arrivo in vetta.
Lo sperone sud del Corno Vitello è una pinna rocciosa separata dalla montagna principale da un profondo intaglio. Presenta una severa parete nord pressochè verticale, e un versante sud-est a gobba con moderata pendenza e terreno erboso misto a lastre di roccia comodamente percorribile. Il dislivello da superare è comunque inferiore ai 30 metri.
Giunti alla base sud si inizia dunque a percorrere questa cresta (foto 25), salendo in pochi minuti alla sua sommità (foto 26).
Per scenderne si ripercorre lo stesso versante fino alla base, da cui si scende verso il rifugio Arp riprendendo il cammino come descritto nell'itinerario 43.
TRACCIATO GPS
Tracciato GPS
Il tracciato GPS dell'itinerario completo dalla base del Corno Vitello alla Gran Cima (in blu), da questa al M. Perrin (in rosso) e ritorno (in verde fino all'inizio del tratto comune alla salita). Riportato anche il brevissimo tratto per salire sullo sperone sud del Vitello (in blu). Come riferimento, ma non inclusa nel tracciato scaricabile, è tracciata anche - in azzurro - parte dell'itinerario 43, che sale verso il Corno Vitello.
Dalle curve di livello e dalla foto satellitare si deducono i tratti in cresta e quelli più ripidi.

Cliccare sull'immagine per scaricare il tracciato per GPS Trackmaker (privo di mappe).

NOTA: il tracciato che fornisco è relativo ai MIEI movimenti nel giorno in cui ho percorso il sentiero, e può contenere imprecisioni dovute a miei spostamenti non inerenti il tragitto e ad errori dello strumento. Utilizzatelo come riferimento, eventualmente come traccia approssimata e per il calcolo delle distanze dai waypoint, e NON seguitelo se si dirige in posti assurdi.
PROFILO ALTIMETRICO
Profilo altimetrico
Il tracciato altimetrico dei tre tratti principali, negli stessi colori con cui sono riportati sul tracciato GPS.
Nota: i tre grafici non seguono la stessa scala.
Note meteorologiche:
È senza dubbio consigliata una bella giornata per poter gustare l'ampio panorama. Per il resto valgono lo considerazioni dell'itinerario 43.
Periodo consigliato:
Il percorso è consigliato in assenza di neve, per quanto un velo leggero possa non essere sufficiente a impedirlo. Con copertura continua va però considerato almeno EAI se non F. Per affrontarlo in assetto estivo, a meno di nevicate fuori stagione il periodo buono va da giugno a settembre.
Attrezzatura:
Nessuna attrezzatura particolare è richiesta, se non un paio di scarpe con suola ben scolpita che assicuri la necessaria aderenza anche nei tratti su pietraia.
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Commenti già inseriti (1):
1. Davide 01/07/2008, 15.35.58
Utente non registrato
Valutazione:
Io sono sempre quello col cappellaccio nelle foto. Che ricordo di questa gita! Una grandiosa galoppata di fine stagione con due cavalli di razza quali Ale e Marco. Altri tempi purtroppo, di cui già sento nostalgia. Un'ora e otto minuti da Estoul al rif. Arp. Poi su e giù: Vitello, Gran Cima, Monte Perrin, Cima Sud del Vitello. Una giornata sul filo dei 3.000 m senza farci mancare niente. Un branco di 50 stambecchi a farci da spettatori. Semplicemente la giornata perfetta.
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