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M. BETTAFORCA - QUOTA 2963

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La Quota 2963 è un'elevazione non indifferente, e dalla curiosa forma di "tenda" se osservata dalla Val d'Ayas, che chiude il lato orientale della conca detritica delimitata a nord dal M. Bettaforca (escursione 38), sul segmento di spartiacque tra la Val d'Ayas e quella di Gressoney compreso tra il Colle Bettaforca e il Colle Rothorn (variante 38b).
Pur essendo una cima senza un vero nome, e nonostante il suo aspetto a prima vista roccioso e inaccessibile, si rivela in realtà una piacevole variante, sicuramente dedicata soprattutto ai più inarrestabili "cacciatori di vette" della valle e riservata a escursionisti con un minimo di familiarità con la roccia e in grado di orientarsi senza dubbi tra grandi pietraie e ampie zone senza sentieri nè tracce di passaggio.
La cresta nord, la più semplice via di salita, comprende difficoltà non superiori al I, e può essere utilizzata senza particolari problemi anche per la discesa. Meno immediata la traversata, sotto descritta come ulteriore opzione, che consente di guadagnare il colletto a quota 2856 a sud della montagna, dal quale ci si riunisce al sentiero di salita.
Salita: M. Bettaforca - Quota 2963.

Sentiero: non segnato.
Tempo di percorrenza: 20 - 30 minuti.
Difficoltà: pietraia non perfettamente stabile tra le due cime, poi salita su roccette (I).

1. Discesa dal M. Bettaforca nell'intaglio. In secondo piano, a sinistra, le rocce della parete ovest della Quota 2963.
2. Avvicinamento alla Quota 2963 via colletto nord e via di salita in cresta.
3. Vista d'insieme della cresta nord.
4. Dettaglio della cresta, che offre molte possibili vie di salita.
5. Avvicinamento alla vetta.
6. La vetta della Quota 2963.
7. Il cammino verso l'estremità sud della sommità.
La vetta del M. Bettaforca può essere facilmente abbandonata seguendo il largo canale detritico che scende dall'intaglio pressi dell'estremità est della cresta sommitale (riconoscibile grazie ad un grosso ometto di pietre), come descritto nell'itinerario 38.
Il pendio è relativamente agevole, con tracce evidenti di sentiero (foto 1), ma richiede comunque un minimo di attenzione.
Anzichè seguire il sentiero verso valle, si piega verso sud-est (a sinistra) in direzione della depressione posta tra il M. Bettaforca e la cresta nord della Quota 2963 (foto 2); il terreno è composto da detriti di media dimensione non sempre perfettamente stabili.
Giunti al colletto si risale agevolmente il primo piccolo risalto, ottenendo una migliore visuale sulla cresta successiva, che inizia a presentarsi meno inaccessibile (foto 3) e chiaramente formata da grandi blocchi di roccia, con un ripido pendio detritico sul versante ayassino e un declivio leggermente meno impervio (ma comunque sui 40°-45°) e coperto in parte da erba su quello gressonaro.
Non esiste una via obbligata di salita, e ognuno può disegnare il proprio percorso come lo preferisce in base alle proprie capacità; rimanendo più sul filo di cresta ci sono più passaggi su roccia, a volte anche esposti, ma spostandosi sulla sinistra gran parte delle difficoltà possono essere aggirate (foto 4).
La salita, se si hanno le necessarie capacità, non richiede troppo tempo e ben presto si è in vista della vetta (foto 5).
Questa si presenta, com'era prevedibile, composta da grossi blocchi di buona roccia, solcata nella sua estremità nord da due profondi intagli che richiedono un minimo di attenzione (foto 6). Come di consueto, anche qui è presente un grosso ometto di pietre.
La cresta digrada poi più larga e più dolcemente verso sud (foto 7), fino all'estremità opposta dove precipita verso il colletto sottostante.
La discesa può essere effettuata lungo la stessa via di salita (riguadagnando il colletto a nord e poi riunendosi all'itinerario di salita tagliando su pietraia), o in alternativa si può optare per la traversata e l'aggiramento, descritti sotto e leggermente più impegnativi a causa del terreno infido che compone il canale dove è necessario perdere quota.
Salita: M. Bettaforca - Quota 2963.

Sentiero: non segnato.
Tempo di percorrenza: 20 - 30 minuti.
Difficoltà: pietraia non perfettamente stabile tra le due cime, poi salita su roccette (I).

8. Trovato il canale, si scende con cautela su erba e sassi.
9. Terminato il canale, si inventa un percorso per aggirare il costone che scende dall'estremità sud della vetta.
10. Aggiramento del lato sud-est della Quota 2963.
11. Passaggio a est dell'ultimo gendarme.
12. Arrivo al colletto.
13. Discesa dal colletto su pietraia, in direzione della Quota 2828 o dei pianori erbosi sottostanti.
La discesa diretta sulla cresta sud comporta difficoltà nettamente alpinistiche e attrezzatura supplementare; è possibile però individuare un'altra via di discesa.
Esaminando il versante est infatti, a poca distanza dall'estremità sud della sommità si trova un canale di terra, erba e detriti che scende ripido per alcune decine di metri (foto 8).
Al termine del canale si piega verso sud, in direzione del colletto, per individuare una via su terreno erboso e rocce che consenta di aggirare le sovrastanti rocce (foto 9); giunti su una piccola cengia rocciosa la si percorre verso destra (foto 10) per portarsi ormai sul lato sud della montagna.
Qui si prosegue ancora verso il colletto, aggirando a sinistra un gendarme roccioso (foto 11) che precede il valico che consente di tornare in Val d'Ayas (foto 12).
Superato il colle si inizia la ripida discesa su pietraia puntando idealmente verso la Quota 2828 o leggermente alla sua sinistra (foto 13). Non esiste naturalmente alcun sentiero nè segno di passaggio.
Facendo comunque attenzione alla presenza di ometti di pietre, si individua più in basso il sentiero utilizzato per salire verso il M. Bettaforca; una volta trovate le tracce (un GPS semplifica di gran lunga la ricerca, ma non è indispensabile), le si segue verso valle come descritto nella discesa dell'itinerario 38, concludendo la variante.
TRACCIATO GPS
Il tracciato dell'itinerario (traccia rossa). Oltre al percorso qui descritto è riportato come riferimento anche il tracciato di salita e discesa al M. Bettaforca; questo non è incluso ma può essere scaricato dalla relativa pagina.

Cliccare sull'immagine per scaricare i tracciati per GPS Trackmaker, Google Earth e in formato .GPX (completi dei necessari waypoints).

NOTA: il tracciato che fornisco è relativo ai MIEI movimenti nel giorno in cui ho percorso il sentiero, e può contenere imprecisioni dovute a miei spostamenti non inerenti il tragitto e ad errori dello strumento. Utilizzatelo come riferimento, eventualmente come traccia approssimata e per il calcolo delle distanze dai waypoint, e NON seguitelo se si dirige in posti assurdi.

PROFILO ALTIMETRICO
In alto, in rosso, il profilo del percorso di discesa dal M. Bettaforca, attraversamento fino al colletto nord, traversata della Quota 2963 e ritorno a valle via colletta sud.
Evidente come il percorso lineare sia piuttosto breve, di poco superiore ai 1500 metri, con dislivelli contenuti ma pendenze non trascurabili.
Il punto finale della variante dipende da dove verrà intercettato il sentiero di salita al Bettaforca.
Note meteorologiche:
Si consiglia caldamente una giornata di sole con scarse probabilità di pioggia, per scongiurare il rischio di trovarsi ad avere a che fare con rocce bagnate e pendii scivolosi.
Periodo consigliato:
Trattandosi di un percorso a quota medio-alta, sul filo dei 3000 metri, le condizioni adatte alla salita dovrebbero trovarsi tra giugno e settembre, fino alle prime nevicate. Piccoli nevai residui potrebbero non impedire la salita purchè la cresta nord della Quota 2963 sia sgombra.
Attrezzatura:
Un paio di scarponi da montagna con suola preferibilmente rigida e ben scolpita sono sufficienti.
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Commenti già inseriti (1):
1. Sara e Marco 02/08/2012, 00.01.54
Utente non registrato
Valutazione:
Escursione praticamente casuale in quanto abbiamo sbagliato sentiero, un po' ingenuamente, dal Palon. Fatica decisamente evitabile grazie alla presenza sia della funicolare che porta vicini a Resy che alla seconda con arrivo al colle (ma sicuramente si perde un po' di magia della montagna). Panorama non ottimale a causa di alcune nubi, ma per avere un'ottima visuale basta salire un po'..il lago vicino all'arrivo della seggiovia offre un punto di sosta prima di imboccare il sentiero che si congiunge con il rifugio Quintino Sella.
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