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CREST - M. BETTAFORCA

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Il monte Bettaforca, con i suoi 2971 m. di quota, è la cima che si trova immediatamente a sud dell'omonimo colle, che mette in comunicazione l'alta Val d'Ayas con quella di Gressoney.
Si tratta di una cima pressochè interamente rocciosa formata da una cresta che si estende per alcune decine di metri in direzione est-ovest, con un versante sud composto da una grande pietraia e una ripida parete nord. È una meta abbastanza conosciuta ma non particolarmente frequentata, pur non presentando insormontabili difficoltà tecniche nè un percorso particolarmente lungo.
Il panorama in tutte le direzioni è molto ampio, con l'intero Rosa a portata di mano, nonchè le più vicine cime del Rothorn, del Testa Grigia, della Quota 2963 (variante 38a) della Punta Bettolina e del M. Rosso, con i più bassi M. Cavallo, Palon e Laghi di Resy.
Il percorso si snoda tra ampie praterie, alcuni torrenti e pietraie. Il sentiero è in parte poco visibile e tracciato con ometti di pietra. Le ultime poche decine di metri di salita possono richiedere l'uso delle mani (se non si sceglie il percorso più semplice).
Salita: Crest m. 2000 - M. Bettaforca m. 2971.

Sentiero: strada, poi 11.
Tempo di percorrenza: 180 - 210 minuti.
Difficoltà: nessuna sulla strada, poi sentiero a tratti poco visibile con guadi, pietraie e ultima salita su roccette.

1. Superamento del Lago Saler.
2. Inizio del sentiero 11 che sale a tornanti.
3. Avvicinamento, superamento e allontanamento dalla pista da sci.
4. Dossi e prati. Sullo sfondo il Colle Rothorn e la Quota 2780.
5. Guado di un torrente.
6. Breve tratto pietroso.
7. Canalino tra massi.
8. Presto appare la cima del M. Bettaforca.
9. La zona della biforcazione per il Colle Rothorn (escursione 38b).
10. Il lago di quota 2715.
11. Percorso tra rocce e roccette indicato da ometti di pietra.
12. Zona con piccoli laghi.
13. Un branco di stambecchi maschi.
14. Salita alla base della vetta.
15. La cresta ovest.
16. Alcuni punti della cresta ovest richiedono una certa attenzione ed esperienza.
Dal Crest per prima cosa si raggiunge il Lago Saler seguendo la facile sterrata descritta nei tratti 1 e 2 dell'itinerario 12.
Si supera il Lago Saler rimanendo sulla sterrata; prima che questa inizi a scendere verso il Lago Contenery la si lascia deviando verso destra (foto 1), intercettando il sentiero 11 che, ben tracciato, sale sul rilievo a destra della strada con alcuni tornanti (foto 2).
Dopo la salita il sentiero procede con pendenza limitatissima (foto 3) verso la pista da sci che scende dal Colle Sarezza; questa parte potrebbe non essere sempre evidentissima a terra ma è anche evidenziata da ometti di pietre.
Si supera la pista e si continua a salire sul sentiero, addentrandosi in una zona contraddistinta da serie di dossi erbosi (foto 4) con poche tracce di sentiero; qui il percorso è tracciato essenzialmente da ometti di pietre abbastanza visibili; si procede in direzione del M. Rothorn - visibile sempre nella foto 4 - superando con un facile guado un torrente (foto 5) seguito da una breve risalita su pendio pietroso (foto 6) e un canalino (foto 7).
Poco dopo appare finalmente la cima del M. Bettaforca (foto 8); il sentiero continua ad essere segnato con ometti di pietre e alcuni segni di vernice gialla sulle rocce; nel caso si perdessero completamente le indicazioni si tenga presente che l'avvicinamento può essere effettuato abbastanza liberamente, e che è sufficiente puntare verso la base della montagna.
In breve, a quota 2560 circa, ci si ritrova in un pianoro che ospita una pietraia (foto 9); da qui si può procedere verso il M. Bettaforca, meta di questo itinerario, o deviare verso il Colle Rothorn, visibile sempre nella foto 9, meta della variante 38b, seguendo il sentiero identificato sulle carte come 10.
Per il M. Bettaforca si procede sulla pietraia a sinistra della foto 9, risalendo per un tratto un ulteriore dosso.
Si incontra presto un laghetto a quota 2715 circa (foto 10), e lo si aggira lasciandolo sulla sinistra ricominciando a salire e trovando (o ritrovando nel caso si fossero persi in precedenza) degli ometti di pietra (foto 11) a indicare il cammino tra le rocce, che ben presto raggiunge un pianoro roccioso ospitante diversi piccoli laghetti (foto 12).
Da questo punto in avanti il percorso si effettua essenzialmente su misto erba/roccia, e non si incontrano più veri prati. La zona, piuttosto solitaria e poco frequentata, è però un buon punto per l'osservazione degli stambecchi (foto 13); inoltre la vetta del M. Bettaforca è ormai vicina e si può iniziare a disegnare mentalmente un percorso per la salita.
La salita continua (foto 14) assistita dagli ometti di pietra fino alla base della cima vera e propria; questa si presenta rocciosa, in parte coperta da massi e grandi sassi. L'ultima parte di salita è a dire il vero piuttosto libera, senza una vera e propria via tracciata. È possibile puntare sull'intaglio a metà della cresta sommitale, oppure salire lungo la cresta ovest (foto 15), percorso a mio avviso consigliato perchè dall'intaglio - che si presenta comunque ampio in vista di una pausa per il pranzo - è poi necessario arrampicarsi sulle rocce in verticale per raggiungere il punto più alto. Anche sulla cresta ovest, comunque, esistono alcuni punti che possono risultare un po' più tecnici (foto 16), ma la vetta è vicina e la si raggiunge in pochi minuti.
Questa è, come già accennato, una sottile cresta orientata all'incirca est-ovest; in prossimità del punto più alto sono visibili i resti di una tavola orientativa, con una lastra in pietra recante i nomi delle cime visibili (foto 17).

17. La vetta del M. Bettaforca e i resti della tavola orientativa.
Discesa: M. Bettaforca m. 2971 - Crest m. 2000.

Sentiero: 11, poi strada.
Tempo di percorrenza: 120 - 180 minuti.
Difficoltà: come per la salita.

18. Discesa dall'intaglio.
19. La pietraia alla base del M. Bettaforca.
20. Il laghetto di quota 2715.
La discesa avviene essenzialmente lungo la stessa via della salita.
Se dalla vera cima si è scesi nell'intaglio, più comodo e sicuro in caso di sosta, non è necessario risalire per poi scendere, ma è possibile lasciare la cresta sommitale direttamente da lì (foto 18); questa è ancora più comoda che dalla cresta ovest.
Si giunge così velocemente alla pietraia alla base della cima (foto 19); questa si attraversa seguendo gli ometti o comunque in direzione dei grandi massi già visibili sul pianoro erboso sottostante.
Si supera il laghetto di quota 2715 (foto 20) lasciandolo a destra, e si riguadagna il pianoro con il bivio per il Colle Rothorn - che a questo punto può essere raggiunto velocemente senza richiedere una nuova intera escursione (vedi itinerario 38b).
Lasciato il lago si riguadagnano i pianori erbosi sottostanti a quote via via decrescenti, si riattraversa la pista da sci e in breve ci si riunisce alla strada sterrata poco a monte del Lago Saler, tornando al Crest.
TRACCIATO GPS
Tracciato GPS
L'immagine sopra riporta il tracciato relativo al percorso Crest (arrivo ovovia) - M. Bettaforca, con ultima parte via cresta ovest. Sono presenti a titolo informativo anche alcuni waypoints presenti nella zona interessata. Le isoipse (non contenute nel tracciato scaricabile) sono distanziate di 50 m., e rendono abbastanza evidente l'alternarsi di salite e pianori.

Cliccare sull'immagine per scaricare il tracciato per GPS Trackmaker.

NOTA: il tracciato che fornisco è relativo ai MIEI movimenti nel giorno in cui ho percorso il sentiero, e può contenere imprecisioni dovute a miei spostamenti non inerenti il tragitto e ad errori dello strumento. Utilizzatelo come riferimento, eventualmente come traccia approssimata e per il calcolo delle distanze dai waypoint, e NON seguitelo se si dirige in posti assurdi.
PROFILO ALTIMETRICO
Profilo altimetrico
Il tracciato altimetrico del percorso dal Crest alla cima del M. Bettaforca.
Anche qui è evidente il tratto centrale con pendenze tra il nullo e il moderato, con la più ripida rampa finale.
Note meteorologiche:
Con la sua posizione panoramica, di fronte ai ghiacciai del Rosa, il M. Bettaforca richiede una bella giornata con cielo sereno per essere gustato come si deve. In ogni caso va tenuta presente l'impossibilità di trovare un riparo dalla pioggia per un ampio raggio; inoltre alcune rocce se bagnate possono anche risultare scivolose e pericolose.
Periodo consigliato:
La camminata può essere affrontata se la zona è per lo più sgombra da neve. Qualche nevaio residuo potrebbe essere accettabile (si sale comunque dal versante sud), e la base del M. Bettaforca potrebbe essere eventualmente raggiungibile anche con racchette da neve.
Attrezzatura:
Nessuna attrezzatura particolare è richiesta, se non un paio di scarpe impermeabili, con suola ben scolpita e magari rigida con cui affrontare i tratti su pietraia e i guadi. Eventualmente fino al Lago Saler - fino al punto in cui si lascia la strada - si può arrivare con normali scarpe da ginnastica, ma gli scarponi sono sicuramente necessari per portare a termine l'itinerario.
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