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RIBORDONE/POSIO - (Bivacco Blessent) - M. ARZOLA - LAGO D'EUGIO

E
Questa escursione si svolge nel versante piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso, a cavallo tra i valloni di Boiretto e d'Eugio.
Il M. Arzola è una modesta ma panoramica vetta che raggiunge i 2158 m. di altitudine; la salita è un'escursione piuttosto classica della zona, si svolge su sentieri ben segnalati e frequentati (su cui insistono anche i tracciati della Grande Traversata delle Alpi e dell'Alta Via Canavesana). Può essere fatta una brevissima divagazione con dislivello trascurabile fino al vicino Bivacco Blessent, a quota 1969.
Qui di seguito descritto si trova anche il prolungamento - facoltativo - fino al Lago d'Eugio, un bacino artificiale posto a una quota di 2060 m., all'imbocco della parte più selvaggia del vallone. Questo tratto è in discesa all'andata e in salita al ritorno.
Nel complesso, l'escursione è di lunghezza media ma senza difficoltà, ed è adatta ad un ampio bacino di camminatori.
La salita fino al Bivacco Blessent è stata testata anche in condizioni primaverili; in presenza di neve valutare attentamente il rischio valanghe.
L'intero itinerario ha uno sviluppo di circa 13 Km (andata e ritorno) e comprende un dislivello di circa 1200 m. Se limitato alla salita al M. Arzola, lo sviluppo si aggira sui 7 Km e il dislivello sui 770 m.
Tratto 1: Posio m. 1390 - M. Arzola m. 2158 E

Sentiero: 561/GTA.
Tempo di percorrenza: 1h40' - 2h30'.
Difficoltà: nessuna.

1. La partenza da Posio.
2. Attraversamento di Posio, lavatoio, fontanella e indicazioni.
3. Uscita da Posio.
4. Salita ripida nel bosco su mulattiera.
5. All'uscita dal bosco si riconosce il Bivacco Blessent.
6. Incisioni rupestri a spirale.
7. Vista verso il M. Arzola.
8. Guado del Rio Arzola.
9. Attraversamento dell'Alpe Arzola.
10. Salita sul pendio a monte dell'Alpe Arzola.
11. Il traverso in direzione del Pian Chermisù.
12. Il pendio del M. Arzola dal Pian Chermisù.
13. Risalita del M. Arzola con segni di vernice e ometti.
14. La cima del M. Arzola con vista sulle Levanne.

La partenza dell'itinerario è a Posio, frazione di Ribordone, a quota 1390. Lungo la strada si trovano alcuni parcheggi. All'ingresso del paese (foto 1) si incontrano subito alcune indicazioni sentieristiche che riportano il M. Arzola a 2h15' cammino sul sentiero 561.
Attraversando Posio si incontra uno slargo (foto 2) con un lavatoio, una comoda fontanella e nuove indicazioni (Alpe Arzola 1h, Pian Chermisù a 1h50, Sella d'Oreggi a 2h30', Lago d'Eugio 2h40'). Seguendo queste indicazioni e alcuni segni bianchi e rossi si esce dal paese verso monte (foto 3), su una mulattiera che sale piuttosto ripida nel bosco (foto 4) effettuando anche un paio di tornanti.
Quando il bosco si dirada appare sulla cresta di fronte il Bivacco Blessent con la statua del Cristo Redentore (foto 5), meta secondaria di questo itinerario.
Si supera una piccola parete a destra; in questa zona su una roccia sul fianco a valle del sentiero sono state trovate incisioni rupestri a forma di spirale (foto 6).
La salita procede tra rade betulle, poi risale il pendio con tornanti e con un traverso che immette in una valletta (foto 7); qui appaiono già, oltre al Bivacco Blessent, anche il M. Arzola e l'omonimo alpeggio. Il traverso ha termine in fondo alla valletta, dove si attraversa il Rio Arzola con un guado che porta sulla destra orografica (foto 8) dove, poco dopo, si incontra l'Alpe Arzola (foto 9).
L'alpeggio viene superato passando a monte della costruzione più lunga; dopo l'alpeggio il sentiero apparentemente prosegue con un traverso ma questo non va seguito. Immediatamente dopo l'ultima costruzione dell'alpeggio, infatti, si svolta a sinistra ricominciando subito a salire (ancora segni bianchi e rossi e segnavia GTA) prima sul fianco della valletta (foto 10) e poi più in centro. Un traverso (foto 11), infine, conduce a un colletto denominato Pian Chermisù, a quota 1973.

Nota: volendo raggiungere il Bivacco Blessent, qui si svolta a sinistra. Il bivacco è a pochi minuti di cammino, nascosto da una gobba erbosa.

Al colletto sono presenti alcune indicazioni; tra queste sono riportati il Lago d'Eugio a 1h15' e la Sella d'Oreggi a 40'.
Per salire al M. Arzola si risale dunque il pendio a nord-ovest del Pian Chermisù (foto 12), guadagnando quota con zig-zag identificati con segni di vernice rossa e bianca e ometti di pietre (foto 13). Il terreno è per lo più erboso, con rocce affioranti.
ll sentiero vero e proprio non tocca la cima ma descrive un traverso sul fianco sinistro pochi metri più in basso; per raggiungere la vetta è sufficiente lasciarlo e salire di pochi metri, portandosi così all'ometto sommitale (foto 14), a quota 2158.

L'escursione può terminare qui, nel qual caso la via di discesa è descritta nel tratto 4. In caso contrario si può proseguire fino al Lago d'Eugio come sotto descritto.

Tratto 2: M. Arzola m. 2158 - Lago d'Eugio m. 1860 E

Sentiero: 561/GTA.
Tempo di percorrenza: 1h10' - 1h30'.
Difficoltà: nessuna.

15. Ripartenza dal M. Arzola verso NO.
16. Salita sul poggio erboso che precede il Colletto di Oreggi.
17. Il Colletto di Oreggi e il Lago d'Eugio sullo sfondo.
18. Discesa con ometti dopo il Colletto di Oreggi.
19. Il traverso dopo il poggio e l'Alpe Giassetto.
20. Avvicinamento al lago.
21. Discesa verso il pianoro alla base della diga.
22. Attraversamento del pianoro in direzione della diga.
23. La scalinata che porta al livello del lago.
24. Il Lago d'Eugio con lo sfioratore.

Per continuare la camminata fino al Lago d'Eugio si lascia la cima dell'Arzola in direzione nord-ovest (foto 15), riunendosi poco dopo al sentiero che sfiora la vetta a sinistra.
La traccia è inizialmente abbastanza evidente, con segnavia GTA, e corre per lo più sulla cresta o leggermente a sinistra. Più avanti diventa intermittente, ma rimangono i segni bianchi e rossi.
Si supera una piccola gobba erbosa (foto 16), che rappresenta anche il punto più elevato di questa escursione (m. 2185 circa), e si scende poi verso il Colletto di Oreggi (foto 17); da qui è già visibile sullo sfondo il Lago d'Eugio.
In corrispondenza del valico si effettua una decisa svolta a sinistra, andando ad imboccare un sentiero - riconoscibile grazie agli ometti (foto 18) - che scende subito sul pendio ovest. Poco dopo con un tornante a destra si riprende a puntare verso la conca del lago. La discesa è piuttosto ripida.
Nei pressi di una serie di ruderi (in basso a sinistra) il sentiero sembra interrompersi; in realtà bisogna effettuare due tornantini senza traccia a terra, cercando i segni bianchi e rossi, che conducono al poggio sottostante.
Da qui si procede con un lungo traverso in direzione della conca del lago, con traccia evidente e alcuni possibili guadi. A seconda della stagione e delle precipitazioni i rivoli potrebbero essere consistenti o asciutti; a fine primavera e inizio estate si potrebbero trovare anche residui di valanghe dell'inverno). L'altimetria comprende qualche saliscendi ma è complessivamente in discesa. Si sfiorano i resti dell'Alpe Giassetto (foto 19) e si prosegue il traverso in discesa avvicinandosi al lago (foto 20).
Prima di arrivare alla diga il sentiero sende zigzagando verso il pianoro a valle del lago (foto 21). Raggiunto il livello della base della diga si attraversa il pianoro seguendo gli ometti e i segnavia oppure con percorso libero, dirigendosi verso il lato sinistro della diga (foto 22) dove è evidente una scala (foto 23) che raggiunge le costruzioni soprastanti.
Si ricorda che l'accesso al piano della diga non è permesso; si può però procedere poi verso sinistra, passare sullo sfioratore (foto 24) ed eventualmente raggiungere la riva ovest.

Al di là del Lago d'Eugio si apre una vallata pressochè incontaminata, lontana dai flussi turistici e preservata dall'esistenza del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Vi si trovano alcuni alpeggi, altri laghi (Losere, Nero, Boccuto e Gelato) e un coronamento di vette tra cui la Punta Gialin che raggiunge i 3270 metri.


25. Panoramica sul Lago d'Eugio.
Tratto 3: Lago d'Eugio m. 1860 - M. Arzola m. 2158 E

Sentiero: 561/GTA.
Tempo di percorrenza: 1h10' - 1h40'.
Difficoltà: nessuna.

26. Discesa lungo la scala a fianco della diga.
27. Attraversamento del pianoro seguendo i segni bianchi e rossi.
28. Salita verso il traverso, con un segnavia GTA.
29. Ritorno in salita verso il M. Arzola.
30. Il poggio; in secondo piano si riconosce il Colletto di Oreggi.
31. Arrivo al Colletto di Oreggi.
32. Risalita sul dosso a sud del Colletto di Oreggi.
33. La cresta che dal dosso conduce al M. Arzola.
Il ritorno qui descritto avviene lungo la stessa via dell'andata.
Si lascia dunque il Lago d'Eugio scendendo lungo la scalinata fino alla base della diga (foto 26); si attraversa poi il pianoro seguendo se possibile la sequenza di segni di vernice bianca e rossa (foto 27) portandosi sul fianco sinistro, dove si individua la traccia che sale (foto 28) verso il soprastante traverso.
Questo viene poi semplicemente seguito nella sua salita (foto 29) che si allontana dalla conca del Lago d'Eugio, supera l'Alpe Giassetto e torna sul poggio dove si trovano alcuni ruderi (foto 30). Qui con un paio di tornanti si guadagna quota per poi continuare il traverso in direzione del Colletto di Oreggi.
Il colletto viene per prima cosa superato mantenendosi più in basso, e poi raggiunto dopo un tornante secco a sinistra (foto 31).
Una volta sul valico si continua ancora a salire per alcune decine di metri sul dosso a sud (foto 32), raggiunta la sommità del quale ci si ritrova sulla cresta erbosa che conduce direttamente al M. Arzola (foto 33). Sulla cresta si snoda il sentiero già percorso all'andata, con tratti parzialmente visibili e altri ben più evidenti. Con alcuni saliscendi si riguadagna così la vetta dell'Arzola, o in alternativa ci si può mantenere sul sentiero che la sfiora rimanendo poco più in basso sul fianco destro.
Tratto 4: M. Arzola m. 2158 - Posio m. 1390 E

Sentiero: 561/GTA.
Tempo di percorrenza: 1h10' - 1h40'.
Difficoltà: nessuna.

34. Discesa verso Pian Chermisù.
35. Il traverso che lascia Pian Chermisù in direzione NNE.
36. Ritorno all'Alpe Arzola.
37. Discesa dall'Alpe Arzola verso il sottostante guado.
38. Ritorno attraverso il bosco.
39. Arrivo a Posio.
La discesa dal M. Arzola inizia con l'intercettazione del sentiero che dai pressi della vetta percorre il versante sud-est (foto 34) fino a raggiungere il colletto a Pian Chermisù.
Una volta raggiunto Pian Chermisù - dove è presente una serie di cartelli - si può eventualmente raggiungere il Bivacco Blessent procedendo dritti per alcuni minuti; per tornare verso Posio invece si svolta decisamente a sinistra e si prosegue sul sentiero 561 che effettua dapprima un traverso in direzione nord-nord-est (foto 35) portandosi nel centro della testata della valletta per poi piegare a destra e raggiungere con alcuni larghi tornanti l'Alpe Arzola (foto 36).
Si passa tra gli edifici dell'alpeggio per poi scendere ancora a sinistra su evidente traccia (foto 37); si supera nuovamente il guado sul Rio Arzola e si esce dalla valletta, rientrando nella zona boschiva (foto 38); il sentiero diventa mulattiera e, perdendo quota con buona pendenza e alcuni tornanti, raggiunge Posio (foto 39).
Una volta nello slargo dove si trova il lavatoio si prosegue tra le case in orizzontale tornando al punto di partenza.
CARTINA
Cartina
La cartina del percorso da Posio al Lago d'Eugio via M. Arzola.
Sono riportat i principali sentieri della zona, gli elementi idrografici, gli alpeggi, le strade, i centri abitati e le isoipse a 20 m.

Cliccare sull'immagine per scaricare una dettagliata cartina vettoriale in formato PDF e il tracciato GPS per GPS Trackmaker, per Google Earth e in formato GPX.

PROFILO ALTIMETRICO
Profilo altimetrico
Il profilo altimetrico del percorso dal parcheggio di Posio al Lago d'Eugio via M. Arzola.
Dopo una leggerissima discesa (dal parcheggio al centro di Posio) la salita riprende e si mantiene piuttosto decisa fino alla vetta del M. Arzola, salvo un paio di punti meno ripidi prima del guado sul Rio Arzola e intorno al Pian Chermisù.
Superato il M. Arzola si percorrono alcuni saliscendi in cresta toccando il punto più alto per poi scendere al Colletto di Oreggi; da qui la discesa si fa incostante, con tratti pianeggianti (intorno all'Alpe Giassetto) e leggeri saliscendi, per raggiungere il punto più basso di questo tratto alla base della diga. L'ultima salita porta infine al livello del Lago d'Eugio.
Note meteorologiche:
La zona può essere soggetta ad annuvolamenti soprattutto in presenza di vento da sud e umidità sulla pianura.
Periodo consigliato:
Il periodo ideale per affrontare questo itinerario va da giugno - o per lo meno a disgelo completato o quasi - alle prime nevicate. Qualche nevaio residuo in punti non critici, tuttavia, potrebbe non essere sufficiente ad impedire la salita. Prestare attenzione ad eventuali residui di valanghe nel canaloni attraversati dal sentiero che porta al Lago d'Eugio.
Attrezzatura:
L'itinerario in condizioni estive non richiede attrezzatura tecnica particolare. Sono sufficienti scarponcini con buona tenuta, abbigliamento da media montagna adatto alla stagione, acqua e cibo per la giornata.
Frequentazione:
La salita al M. Arzola è conosciuta e piuttosto frequentata durante la bella stagione; la prosecuzione al Lago d'Eugio è da considerarsi un po' meno battuta.
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