AVVISO AI VISITATORI

A seguito del proposito di un nuovo collegamento funiviario tra Frachey e il Colle Superiore delle Cime Bianche nell'area protetta del Vallone delle Cime Bianche (Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa, SIC/ZPS IT1204220), nonostante il sito rappresenti un impegno ormai ventennale portato sempre avanti con continuità, passione e dedizione, il webmaster non ritiene più opportuno indirizzare migliaia di escursionisti in una valle che non ha imparato ad amare, rispettare e proteggere se stessa, a meno che non intervengano elementi che scongiurino l'ennesimo attacco al suo ambiente.
Alla prima scadenza del dominio ayastrekking.it dopo l'apertura dei cantieri, pertanto, questo non verrà più rinnovato. Contemporaneamente verranno messi offline tutti i servizi associati, il canale YouTube e il forum.

AyasTrekking.it fa parte del gruppo di lavoro "Ripartire dalle Cime Bianche" che ha come scopo lo sviluppo in Ayas di un nuovo modello di turismo sostenibile e attento alle nuove necessità e richieste del mercato nazionale e internazionale.

Il webmaster

Per saperne di più visita il nuovo sito Love Cime Bianche!

Questo messaggio viene visualizzato una sola volta per sessione

Informativa: questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Continuando la navigazione o cliccando sul pulsante OK acconsenti all'uso dei cookie.

9 - LE LEGGENDE DELLA ROVENA E DI ROSA VESCOZ

Palouettaz
L'alpe Mezzan
Rovena è il valloncello che inizia nella parte inferiore della piana di Mezzan, passa a lato di Palouettaz e forma il conoide di deiezione sul quale c'è il cimitero di Champoluc.
Un mattino di giugno, festa del Corpus Domini, una ragazzina della famiglia Borbey pascolava le pecore a Mezzan, rimpiangendo di non essere in chiesa per la festa. Le si avvicinò una donnetta dall'aria mite che le propose di custodirle il gregge mentre lei si recava alla messa ad Antagnod, a patto che le portasse al ritorno un pezzo di pane benedetto e glielo passasse da bocca a bocca, qualsiasi aspetto avesse preso, perchè era un'anima in pena che così sarebbe stata liberata.
La fanciulla accettò ma al suo ritorno al posto della donnetta trovò un orrido serpente che aspettava a bocca spalancata il pane benedetto.
Il coraggio le mancò e stava per fuggire quando il serpente le disse: "Sono io che me ne vado, ingrata, ma dove passerò si formerà un vallone franoso che continuerà ad accrescersi fino alla fine del mondo e la famiglia Borbey si estinguerà".

NOTA: In effetti questa famiglia è scomparsa nella seconda metà dell'800.

Il motivo del pane benedetto da porre personalmente in bocca ad un serpente compare anche in una leggenda riportata da Tersilla Gatto Chanu in "Leggende e racconti della Valle d'Aosta", pagg. 247-248.
Una notte di Natale Rosa Vescoz per recarsi velocemente da Magneaz alla messa di mezzanotte ad Antagnod prese una scorciatoia che passava vicino ad un vecchio mulino abbandonato, del quale si raccontavano leggende di diavoli, streghe e fantasmi. Infatti le si parò innanzi un grosso serpente che le chiese di portargli al ritorno un pezzetto del pane benedetto distribuito in chiesa e metterglielo in bocca, perchè era un'anima in pena. Promise in cambio una ricompensa.
Così fece Rosa e dalla pelle del serpente un'anima, in aspetto di bianca colomba, volò verso il cielo. Come ricompensa Rosa ebbe una vita felice accanto a un buon marito e tanti figli.

NOTA: Il serpente è un antico simbolo di fecondità. Rosa ebbe in premio tanti figli, la famiglia Borbey invece si estinse.
Indietro alla pagina sulle leggende