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TRAVERSATA PUNTA CHAMPLONG - M. SOLERON

EE+
Il M. Soleron, posto sulla costiera che divide il Vallone di Chasten da quello di Frudière, si può probabilmente considerare una delle vette meno frequentate della Val d'Ayas. Meno conosciuta delle più note cime circostanti (Nery e gruppo delle Dame di Challand in testa), richiede per la sua conquista una notevole dose di escursionismo esplorativo di un certo livello; il dislivello da superare dal fondovalle, lungo la poco documentata via normale Allesaz - Moulaz - Punta Champlong - M. Soleron, è di circa 2000 metri comprendenti anche la risalita alla Champlong al ritorno. Le due vette distano circa 1,2 Km in linea d'aria, mentre lo sviluppo del percorso - fortemente dipendente dalle scelte di chi si trova a percorrerlo - è approssimativamente di 1,77 Km. Sono richiesti un ottimo allenamento, resistenza alla fatica, capacità di giudizio circa i migliori punti dove passare, abitudine all'esposizione, familiarità con roccia, pietraie e ripidi pendii ricoperti di erba scivolosa.
L'itinerario qui descritto si può ancora considerare escursionistico benchè prossimo al confine con l'alpinismo (passaggi anche di II abbondante possono essere incontrati o aggirati perdendo quota), ed è alternativo ad altre vie pienamente alpinistiche (percorrere l'intera cresta tra le due cime comprende passaggi di III+). Tuttavia, è da ricordare come per l'intera traversata siano del tutto assenti segni di passaggio umano come segnavia, frecce dipinte, ometti di pietre, traccia a terra.
Nella foto a sinistra la cima del Soleron vista dalla cresta nord-ovest della Punta Champlong.
Andata: Punta Champlong - M. Soleron EE+

Sentiero: inesistente.
Tempo di percorrenza: 80 - 100 minuti.
Difficoltà: pietraie non perfettamente stabili, ripidi pendii con erba olina, passaggi su roccia fino al II (aggirabili perdendo quota).

1. Il percorso di aggiramento del primo gendarme visto dalla cima della Champlong.
2. Avvicinamento al primo gendarme al di sotto della cresta.
3. Salita sullo scivolo erboso sulla cresta est del primo gendarme.
4. Traverso su erba in salita verso la roccia squadrata.
5. Avvicinamento al secondo gendarme. In evidenza la zona delle placche.
6. Avvicinamento e attraversamento della parte su pietraia.
7. Superamento delle placche.
8. Aggiramento del secondo gendarme su erba e rocce.
9. Salita ripida verso la cresta.
10. Il Soleron dalla cresta.
11. Superamento dei risalti della cresta successivi.
12. Tra le rocce del terzo gendarme.
13. Risalita sul ripido prato del quarto gendarme.
14. Cresta finale e salita verso la vetta.
15. Gli ultimi metri di salita.
Dalla cima della Punta Champlong si può osservare bene solo la prima parte del percorso verso il Soleron. La parte centrale della cresta tra le due cime è infatti oscurata dal primo, massiccio gendarme roccioso, che andrà aggirato sul lato sud per evitare di incappare in difficoltà di livello alpinistico che richiederebbero attrezzatura supplementare per la sicurezza.
La prima cosa che si nota è come il versante est della Champlong sia una pietraia, che andrà attraversata in discesa per avvicinarsi al primo gendarme e cercare un buon percorso per l'aggiramento.
Si può facilmente individuare, sulla cresta sud del primo gendarme, uno scivolo erboso (foto 1) raggiungibile senza perdere troppa quota (l'intera cresta può essere aggirata sacrificando più quota).
Si lascia dunque la vetta, mantenendosi al di sotto della cresta rocciosa (foto 2) e disegnando una traccia in leggera discesa. Non esistendo alcuna traccia a terra né indicazioni di alcun genere, è necessario procedere di roccia in roccia come si ritiene più opportuno, senza perdere di vista lo scivolo di cui sopra.
Raggiunta questa rampa, la si risale senza eccessiva difficoltà (foto 3), accedendo al pendio sud del gendarme.
Questo versante è ricoperto di scivolosa e pungente erba olina; la pendenza è generalmente superiore ai 30°; si identifica un'inconfondibile roccia squadrata proprio di fronte (foto 4) e si punta alla tacca alla sua sinistra.
Raggiunta anche questa tacca (la roccia squadrata può essere aggirata anche a destra perdendo più quota) ci si trova di fronte il tratto che condurrà al secondo gendarme.
Questa parte consiste in un traverso su pendio erboso, con un tratto su pietraia e uno su placche rocciose (foto 5).
Senza perdere troppa quota si punta verso la pietraia, alla destra della roccia più grande (foto 6). Alla pietraia segue una parte su erba che porta ad alcune placche rocciose; anche queste vanno attraversate orizzontalmente (foto 7) facendo attenzione a non scivolare, in particolar modo se bagnate (ci sono sorgenti in zona).
Dopo le placce si prosegue su terreno misto erba/rocce in salita (foto 8) aggirando così il secondo gendarme, superato il quale si può finalmente puntare verso il filo di cresta risalento su ripido prato (foto 9).
Raggiunta la cresta, questa si presenta erbosa, non affilata e agevole da percorrere. La vetta del Soleron non è ancora a portata di mano (foto 10), tuttavia le difficoltà maggiori possono dirsi superate.
Si inizia a percorrere la cresta, mantenendosi in realtà non sul filo ma qualche metro sul lato di Chasten (foto 11); alcuni punti rocciosi possono essere facilmente superati passando tra le rocce (foto 12) o, come sempre aggirati scendendo a destra e risalendo dopo. Il terzo gendarme non offre particolari difficoltà, mentre il quarto risalto è una semplice gobba erbosa seppur come sempre piuttosto ripida (foto 13), risalito il quale si torna definitivamente in cresta.
Questa si può ora percorrere tranquillamente in direzione della cima del Soleron (foto 14); l'ultima rampa è più rocciosa ma non presenta particolari difficoltà (foto 15), conducendo direttamente alla vetta.
Ritorno: M. Soleron - Punta Champlong EE+

Sentiero: inesistente.
Tempo di percorrenza: 80 - 100 minuti.
Difficoltà: pietraie non perfettamente stabili, ripidi pendii con erba olina, passaggi su roccia fino al II (aggirabili perdendo quota).

16. Inizio della discesa dal M. Soleron.
17. Nei pressi della cresta tra il 1° e il 2° risalto.
18. Dopo il 2° risalto conviene lasciare la cresta per aggirare il 3°.
19. Avvicinamento alla base del 3° gendarme.
20. Vista sulla pietraia che precede la vetta della Champlong.
21. Risalita sulla Champlong.
Il ritorno alla Punta Champlong avviene sostanzialmente seguendo lo stesso percorso utilizzato per l'andata.
Si lascia dunque la vetta del Soleron percorrendo l'agevole cresta ovest (foto 16); questa può essere seguita - eventualmente qualche metro più in giù del filo, sul versante sud - per oltrepassare i primi due risalti, tra i quali si trova una zona detritica (foto 17) che può essere aggirata in basso oppure, più velocemente, attraversata.
Raggiunto facilmente il secondo risalto può non risultare subito chiara la conformazione della cresta che ci si trova di fronte, perchè la sezione compresa tra il terzo e il quarto è nascosta.
Benchè sembri più semplice mantenersi in cresta e perdere pochi metri per superare il terzo, si deve tener conto della presenza di un salto roccioso invisibile da quel punto (evidente nella foto 5); è pertanto conveniente (se si vogliono evitare punti che potrebbero richiedere manovre di corda e un inevitabile aumento del livello di difficoltà complessivo) abbandonare la cresta e scendere sul ripido pendio erboso (foto 18) fino a raggiungere la base della pietraia visibile oltre il costone sud del terzo risalto.
Si attraversa dunque questa pietraia avvicinandosi al primo - e più vicino alla Champlong - gendarme roccioso; in questa parte si attraversano ancora ripidi pendii di erba olina, alcune placche rocciose e un'altra pietraia, risalendo poi il fianco del gendarme fin quasi alla base delle sue pareti sud (foto 19).
Superato il costone sud del gendarme ci si riaffaccia verso la Punta Champlong (foto 20); si scende ancora fino ad incontrare la pietraia del suo versante sud e la si risale verso la vetta (foto 21).
Per il ritorno ad Allesaz fare riferimento alla discesa dell'escursione 59.
CARTINA
La cartina della traversata dalla Punta Champlong al M. Soleron. È chiaro come l'aggiramento dei gendarmi avvenga sul versante sud; superati i punti con maggiori difficoltà è poi possibile portarsi sul filo di cresta e percorrerlo fino alla vetta.
Cliccare sull'immagine per scaricare una cartina vettoriale in formato PDF e il tracciato GPS per GPS Trackmaker, per Google Earth e in formato GPX.
PROFILO ALTIMETRICO
Il profilo altimetrico del percorso tra la Punta Champlong e il M. Soleron. Data la natura del terreno e dell'escursione, il profilo deve essere considerato solo indicativo.
Lasciata la Punta Champlong la prima discesa corrisponde alla pietraia iniziale, che è seguita dalla salita ripida nel canalino erboso della foto 3 fino a doppiare il primo gendarme; segue una lieve discesa per aggirare a destra la parete rocciosa del secondo gendarme. Una salita più ripida conduce in cresta; il resto del profilo fino al M. Soleron è sempre in salita, con una sezione pianeggiante intorno all'ultimo risalto erboso.
Note meteorologiche:
La zona si può considerare a rischio annuvolamento medio; è leggermente protetta dai venti umidi da sud dalle più alte Becche Vlou e Torchè, tuttavia può risentire degli influssi della bassa Valle Centrale. La salita non è consigliabile se già nelle prime ore del mattino sono presenti addensamenti consistenti a quote medio-basse.
Periodo consigliato:
La salita è da evitare in presenza di neve, sia per l'alto rischio valanghe presente in tutto il lungo tratto di salita da Moulaz alla vetta della Punta Champlong, sia per il rischio collegato ai ripidi pendii alla base dei gendarmi rocciosi. Si può considerare il periodo tra giugno/luglio e settembre/ottobre, fino alle prime nevicate. A fine estate, con giornate più corte, sarà anche opportuno ricordare che l'escursione richiede parecchie ore di cammino.
Attrezzatura:
Non è necessaria attrezzatura tecnica, salvo un paio di robusti scarponi da montagna impermeabili con suola ben scolpita.
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