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COLLE CHASTEN - M. VOGHEL - TRAVERSATA DELLA BECCA DI VLOU

PD
La Becca di Vlou è, con i suoi 3032 metri, la vetta più elevata della costiera che divide i valloni di Chasten a nord e Dondeuil a sud. A differenza della vicina e quasi gemella Becca Torchè, che è raggiungibile anche con un percorso lungo (escursione 39) ma escursionistico, la Vlou è dotata di accessi esclusivamente alpinistici. Le vie più comuni sono la cresta sud (IV), la cresta est (III) e la cresta ovest (II), considerata la via normale, nonchè la cresta nord (IV-V).
Nella foto a sinistra è visibile, fotografato da nord a notevole distanza nelle prime ore del mattino, il gruppo Voghel - Vlou - Torchè, con le creste che uniscono le diverse vette. Il Colle Chasten è posto a nord del Voghel, coperto dalla sagoma del Soleron.
L'itinerario qui presentato prevede per prima cosa il raggiungimento della vetta del Voghel attraverso un percorso che si snoda in gran parte sulle pietraie che costeggiano il lato orientale della cresta nord e che evita tutte le difficoltà alpinistiche delle creste nord, est e sud; è classificabile F, con alcuni facili passaggi di II non esposti e probabilmente in parte aggirabili, con un ultimo tratto su prato molto ripido e roccette.
Il trasferimento alla Becca di Vlou avviene lungo la frastagliata cresta ovest del Voghel - colletto a quota 2788 - cresta est della Vlou, con molti passaggi di II, due di III e un'evitabile calata in corda doppia. Ulteriori difficoltà nella parte alta possono essere aggirate. La discesa dalla Vlou, sull'opposta cresta ovest in direzione della Torchè, è più breve ma richiede continua disarrampicata su II fino al raggiungimento della grande pietraia sul versante sud; da qui il lungo ritorno prosegue lungo il Vallone di S. Grato fino ad Issime (consigliato) o al Colle Dondeuil e da questo ad Allesaz (chi volesse seguire questo itinerario dalla Val d'Ayas dovrà dunque prendere in considerazione il fatto che i punti di partenza e di arrivo non coincidono). L'intero percorso sulle creste è caratterizzato da notevole esposizione, è riservato esclusivamente ad alpinisti e richiede sangue freddo, abitudine al vuoto e naturalmente assoluta assenza di vertigini.
Questo itinerario viene concatenato alla salita al Colle Chasten da Tollegnaz (descritta nell'itinerario 36) o da Issime; in entrambi i casi il dislivello per giungere al punto di partenza della salita al Voghel è superiore ai 1500 metri, pertanto per spezzare in due giorni la salita è quantomeno consigliato avvalersi del comodo bivacco Cravetto, posto nell'alto Vallone di Stolen a breve distanza dal Colle Chasten sul versante est.
I tempi di percorrenza sono molto elastici in funzione dell'abilità nell'arrampicata, dell'esperienza a muoversi su tali creste e della quantità di protezioni utilizzate.
Tratto 1: Colle Chasten - M. Voghel F

Tipo di percorso: erba - pietraia.
Tempo di percorrenza: 2h - 3h.
Difficoltà: grandi pietraie non perfettamente stabili, possibili nevai, qualche passaggio su roccia (max II), pendio terminale ripido.

1. Sul versante est del Colle Chasten, breve tratto iniziale sul sentiero 2.
2. Risalita tra le rocce.
3. Il percorso nel canale detritico.
4. Prima del colle dirigersi a sud.
5. A inizio stagione o dopo inverni con forte innevamento è possibile trovare anche grossi nevai.
6. Si punta alla cima aguzza a sinistra.
7. Aggiramento di una conca detritica.
8. Avvicinamento al costone roccioso.
9. Superamento del costone (II).
10. Salita tra le creste est e nord verso la vetta.
11. Passaggi su roccia prima della cima (Foto M.P.).
Dal Colle Chasten si scende per un breve tratto sul versante di Gressoney seguendo la traccia quasi inesistente del sentiero 2 dopo aver trovato un segnavia dipinto su una roccia sul versante sud (foto 1).
Iniziare a salire sul ripido pendio erboso della sovrastante spalla, o aggirarla più dolcemente perdendo leggermente quota sulla traccia piegando poi a destra.
Aggirare la formazione rocciosa lasciandola a destra procedendo su erba e roccette (foto 2), fino ad arrivare ad un canale detritico (foto 3).
Dal fondo del canale puntare alla sella in fondo ad esso, superando l'area occupata dalla pietraia rimanendo preferibilmente sul versante nord; si guadagna poi quota su ripido prato (30-35°) risalendo non senza fatica il fondo del vallone.
Poco prima del colle in fondo al vallone piegare a sinistra (foto 4). Si attraversano zone con pietraia mobile e erba; a seconda dell'anno e della stagione si potrebbe incontrare un nevaio anche consistente (foto 5 ).
Si sale puntando all'anticima aguzza di fronte, a sinistra di un'altra cimetta, superando un altro possibile nevaio (foto 6) e giungendo ad una spalla detritica.
Successivamente si raggiunge una conca e la si aggira prima su erba e poi su pietraia rossastra e grigiastra (foto 7) fino a raggiungere un costone roccioso alto pochi metri (foto 8); lo si scavalca con un facile passaggio di II (foto 9) o aggira iniziando poi un traverso in salita su erba e pietraia.
Arrivati a una paretina alla base dell'anticima nord la si risale (II grado su buona roccia) continuando poi l'aggiramento dell'anticima su grossi sfasciumi ed entrando così nell'area compresa tra la cresta nord a destra e quella ovest a sinistra (foto 10).
Giunti alla base della parete sommitale si superano facili passaggi di arrampicata (II / II+, foto 11) cercando i punti migliori, giungendo così in vetta (foto 12).

12. La vetta del Voghel.
Tratto 2: M. Voghel - Becca di Vlou PD

Tipo di percorso: roccia.
Tempo di percorrenza: 2h30' - 4h.
Difficoltà: cresta esposta di II con passaggi di III, una calata in corda doppia.

13. La cresta tra il Voghel e la Vlou vista dal Voghel. Si notano subito i piccoli gendarmi rocciosi.
14. Aggiramento del secondo gendarme.
15. Superati i gendarmi la cresta si fa più semplice.
16. La cresta ovest del Voghel vista dal colletto.
17. Salita verso la base del primo gendarme.
18. La corda segue il percorso della fessura di destra del primo gendarme.
19. Avvicinamento al secondo gendarme.
20. Calata in doppia.
21. Particolare del secondo gendarme, su cui si possono intuire le due possibili vie di salita: la gradinata di sinistra o la fessura di destra.
22. Risalita del diedro del secondo gendarme.
Il trasferimento dal Voghel alla Becca di Vlou avviene attraverso il colletto tra le due cime, compreso tra la cresta ovest del Voghel e la cresta est della Vlou. Il tratto può pertanto essere considerato composto da due sezioni, la discesa dal Voghel al colletto (distanti circa 360 m. in pianta, dislivello -130 m.) e la risalita dal colletto alla Vlou (550 m. circa, dislivello +230 m. + saliscendi). Entrambi i tratti sono caratterizzati da forte esposizione tanto sul versante nord quanto su quello sud.
Si lascia dunque il Voghel iniziando a scendere sulla cresta ovest (foto 13), incontrando subito una coppia di piccoli gendarmi rocciosi aggirabili (foto 14).
Oltrepassati i gendarmi la cresta si fa più semplice (foto 15); si scende su buona roccia (foto 16) fino al colletto di quota 2788 dove ha inizio la cresta est della Becca di Vlou.
Si inizia così la risalita su roccia buona con passaggi di II (foto 17), incontrando presto un primo gendarme solcato da due fessure. Questo si supera risalendo una delle due fessure (la destra è più semplice), proteggibile tramite friends, e, nel caso della fessura destra, uscendo poi sul lato nord (foto 18) al suo termine
Oltre questo primo gendarme la cresta continua, in direzione di un secondo gendarme già visibile (foto 19) fino a un intaglio; qui è possibile calarsi in corda doppia  per circa 15 m. (foto 20), utilizzando alcuni spuntoni di roccia per la sosta e sacrificando inevitabilmente un cordino, oppure disarrampicando sul filo di cresta.
Poco dopo si affronta il secondo gendarme (foto 21), la cui via di risalita (III) si presenta come un diedro dotato di abbondanti prese (foto 22).
Il resto della salita si può effettuare spostandosi sul fianco sinistro, dove tra facili roccette e prato ripido si possono aggirare ulteriori difficoltà offerte dalla cresta, giungendo così in vetta.

23. L'ometto di vetta della Becca di Vlou.
Sulla sommità (foto 23) è presente un ometto di pietre su cui è stata inserita una barra metallica appartenente probabilmente ad un treppiede i cui resti sono ancora sul posto.
Il panorama, in condizioni meteorologiche favorevoli, è aperto in tutte le direzioni tranne a nord dove è occupato dall'importante sagoma del Nery (itinerario alpinistico 5), di poco più alto. Spiccano naturalmente ad ovest la guglia aguzza della vicina Becca Torchè (escursione 39), con la sua impressionante parete nord (foto 24), e la Becca Mortens (escursione 37).

24. La Becca Torchè e la Becca Mortens viste dalla Becca di Vlou.
Tratto 3: Becca di Vlou - Vallone di S. Grato e discesa ad Issime PD

Tipo di percorso: roccia - pietraia - erba.
Tempo di percorrenza: 4 - 6h.
Difficoltà: disarrampicata su II esposto, grande pietraia instabile, dislivello superiore a 2000 metri.

25. Disarrampicata sulla normale della Vlou.
26. Discesa sulla cresta al di sopra della placca inclinata verso sud.
27. La placca, vista dal basso, si supera rimanendo in cresta.
28. La discesa sulla cresta ovest fino alla pietraia.
29. Il percorso di discesa e il Vallone di S. Grato (visti dal Crabun).
La discesa dalla Becca di Vlou avviene poi su quella che è considerata la via normale, ovvero lungo la cresta ovest. Questa verrà seguita per un breve tratto - comprendente comunque alcune difficoltà - e poi abbandonata, per continuare la discesa sulla grande pietraia che caratterizza tutta l'area compresa tra la Vlou e la Torchè.
Lasciata dunque la vetta si inizia a scendere sul filo della cresta ovest (foto 25) fino a raggiungere un punto che richiede particolare attenzione: si tratta di un breve canalino fortemente esposto che va superato spostandosi sul versante nord, disarrampicando (II) per alcuni metri fino alla sottostante placca esposta a nord.
Subito dopo si supera una nuova placca, inclinata questa volta a sud (foto 26), rimanendo in cresta (foto 27) fino ad incontrare un canalino che immette sulla sottostante pietraia (non è dunque necessario scendere via cresta fino al colletto tra le due Becche), in corrispondenza del quale si abbandona la cresta. Nella foto 28, scattata dal m. Crabun, è descritta la discesa sulla cresta ovest e il tratto superiore della pietraia.
La discesa da qui avviene perdendo quota sulla grande pietraia; questa è composta da massi che a dispetto delle notevoli dimensioni non sono affatto stabili e tendono a muoversi, richiedendo pertanto grande attenzione ad ogni passo.
Si procede sempre puntando verso il basso, parallelamente alla cresta sud della Vlou (foto 29), superando alcuni poggi detritici, fino ad incontrare alcuni ometti di pietre nei pressi dell'Alpe Vlou Superiore. Questi segnano la via che, piegando a sinistra, conduce dagli alpeggi superiori al fondovalle evitando la bastionata sottostante.
Si raggiunge il fondovalle nella radura, attraversata dal torrente, in cui sorge l'alpe Mongiovetta. Si guada il corso d'acqua intercettando le tracce del sentiero 1 (che è sulla destra orografica) e lo si segue verso sinistra.
Il Vallone di S. Grato è lungo ma il suo attraversamento non presenta difficoltà nè possibilità di sbagliare strada; superando numerosi altri alpeggi si giunge nella zona di S. Grato, dove è presente una cappella. La discesa ad Issime avviene poi seguendo la strada sterrata ed eventualmente il sentiero 1 che permette di tagliare molti tornanti ed accorciare il percorso.
TRACCIATO SATELLITARE

Il percorso dell'escursione su una semplice cartina. Sono riportati anche i principali punti di interesse, gli elementi orografici e i sentieri presenti in zona, tra cui quelli tra Issime e i colle di Chasten e Dondeuil (i corrispondenti sul versante ayassino sono descritti rispettivamente negli itinerari 36 e 33).
Il tracciato GPS fornito comprende unicamente il tratto dal bivacco Cravetto al Voghel; la cartina è pertanto da considerarsi puramente indicativa.

Cliccare sull'immagine qui sopra per scaricare i tracciati per GPS Trackmaker e Google Earth (privi di mappe ma completi dei necessari waypoints) con una cartina a risoluzione superiore.

NOTA: il tracciato che fornisco è relativo ai MIEI movimenti nel giorno in cui ho percorso il sentiero, e può contenere imprecisioni dovute a miei spostamenti non inerenti il tragitto e ad errori dello strumento. Utilizzatelo come riferimento, eventualmente come traccia approssimata e per il calcolo delle distanze dai waypoint, e NON seguitelo se si dirige in posti assurdi, soprattutto su ghiacciaio.
Note meteorologiche:
Vivamente consigliata una giornata di bel tempo. L'itinerario è da scartare assolutamente in caso di condizioni meteo avverse.
Periodo consigliato:
Estate o inizio autunno prima delle prime nevicate.
Attrezzatura:
In base all'esperienza: qualche friend dal 2 in su, 3-4 rinvii, imbrago, corda da almeno 30 m., scarponi adatti all'uso su roccia, secchiello, moschettoni. Non deprecabile l'uso del caschetto. In caso di grandi nevai in zona può essere opportuno munirsi in via precauzionale di ramponi e piccozza.
Da tenere in considerazione l'impossibilità di procurarsi dell'acqua per molto tempo.
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Commenti già inseriti (1):
1. Stefano82 02/08/2014, 21.31.17
Utente non registrato
Valutazione:
Traversata massacrante, molto lunga, io sono partito da San Grato (ore 6.30) poi sono andato fino al colle Valfredda e da lì ho attaccato la lunga cresta per la Voghel (arrivo alle 12.00) e poi fino alla Vlou (arrivo alle 16.00)...non sono riuscito a fare il prolungamento alla Torchè perchè ero bollito e ormai era tardi. Tempi di avvicinamento alle creste molto lunghi, poca gente e comunque tanta soddisfazione ;) un grazie alla mia giuda...Davide!
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