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GRAND TOURNALIN: CIMA SUD-CIMA NORD
PD
La cima nord del Grand Tournalin vista dalla cima sudIl Grand Tournalin, con i suoi 3379 metri di quota, è la cima più alta tra quelle che incorniciano a est e a ovest la Val d'Ayas. La vetta raggiungibile con un itinerario escursionistico (da St.-Jacques: escursione 2 tratto 1 + escursione 35 + variante 35b), tuttavia, è solo un'anticima, più bassa di 9 metri rispetto alla vetta vera e propria.
Quest'ultima, visibile nella foto a sinistra, dista solo 60 m. dalla cima sud ma è raggiungibile esclusivamente attraverso itinerari alpinistici. Le due vette sono separate da un intaglio, profondo circa 25 metri e largo qualche decina, caratterizzato da un gendarme centrale da aggirare.
L'itinerario qui descritto prevede la traversata dall'estremità nord della cima sud alla vetta della cima nord. Il percorso comprende alcuni passaggi in esposizione di III; per sicurezza e velocità sono consigliate due calate in corda doppia.
Andata: Grand Tournalin cima sud - Grand Tournalin cima nord PD

Tipo di percorso: roccia.
Tempo di percorrenza: 30' - 1h*.
Difficoltà: una calata in doppia, passaggi esposti fino al III.

1. Uno sguardo nell'intaglio: in fuxia l'inizio della prima calata, in rosso la cengia, in azzurro la risalita di III.
2. Inizio della discesa dalla cima sud.
3. In fuxia la linea di calata dalla cima sud, in rosso il cammino sulla cengia. Nel riquadro il dettaglio dell'ancoraggio e nell'ellisse la "grotta".
4. Risalita (in azzurro) al termine della cengia. Le frecce indicano due possibili spuntoni dove far passare una corda.
5. Inizio della salita sulla cima nord.
6. Ultimi metri di salita su detriti.
* tempo puramente indicativo, esclusa preparazione delle corde.
Una volta raggiunta la croce di vetta del Grand Tournalin (come descritto negli itinerari escursionistici 35+35b) si percorre la cresta sommitale in direzione nord fino a raggiungerne l'estremità; da qui si può per prima cosa osservare l'intaglio che divide le due cime.
Subito sotto la parete nord della cima sud si trovano, sul lato est e alcuni metri sotto il filo di cresta, alcune piccole cenge rocciosa, la prima delle quali è il primo punto da raggiungere (foto 1).
Si individua una roccia da utilizzare come ancoraggio per la doppia (proprio sul bordo c'è una roccia piatta attorno a cui poter far passare la corda o una fettuccia purchè piuttosto lunga) e si scende nell'intaglio.
La discesa è inizialmente lungo una parete appoggiata con diversi terrazzini; successivamente si scende più in verticale (foto 2) puntando alla suddetta cengia, facendo attenzione ad una "grotta" all'incirca a metà calata.
La linea di discesa dalla cima sud è mostrata nella foto 3: nel riquadro in alto a destra si nota la roccia utilizzabile come spuntone. Nell'ellisse in centro si nota la grotta, mentre la discesa è schematizzata in fuxia; la traccia rossa rappresenta il breve cammino sulla cengia, mentre le X indicano punti raggiungibili al termine della calata ma sconsigliati in quanto più bassi della cengia.
Raggiunta dunque questa cengia la si percorre fino all'altra estremità lasciando la corda in posizione (servirà per semplificare la risalita), aggirando di fatto sul lato est - con una certa esposizione - il gendarme tra le due cime e raggiungendo così quello che si può definire il passaggio chiave della traversata.
Si tratta di una risalita di circa 6-7 m. di III grado. La salita è schematizzata nella foto 4, in cui le frecce indicano due spuntoni attorno ai quali è possibile far passare una corda in modo che il "primo" possa essere assicurato dal secondo.
Questa paretina può essere idealmente divisa in due parti di lunghezza simile; la prima, pressochè verticale soprattutto nei primi passi e decisamente esposta, con buoni appiggli ma appoggi non eccezionali, è subito dietro il primo spuntone. A metà salita si ha un terrazzino che consente di far "saltare" la corda sul secondo spuntone per assicurare la seconda parte; questa è meno verticale della prima ma più "placcosa" e richiede un paio di passi in aderenza.
Al termine di questa seconda parte si raggiunge una più tranquilla area pianeggiante, ai piedi di un gendarme bianco che segna l'inizio della cresta sud della cima nord. All'uscita della parete nel luglio del 2014 è stato posto un chiodo di costruzione artigianale, che potrà essere utilizzato al ritorno previa verifica della tenuta.
La risalita fino alla cima nord presenta da qui difficoltà inferiori.
Si ricomincia a salire non in cresta ma tagliando in diagonale il versante ovest; questo (foto 3) presenta una lieve esposizione ed è costituito per lo più da roccette non sempre stabili e placce di I-II con evidenti fessure.
Il traverso aggira la cima nord e con gli ultimi metri su detriti di medie dimensioni si porta sulla cresta sommitale; appena più a sud si trova la vera vetta del Grand Tournalin, su cui è stato costruito un ometto di pietre.

7. L'ometto di vetta della cima nord.
Ritorno: Grand Tournalin cima nord - Grand Tournalin cima sud PD

Tipo di percorso: roccia.
Tempo di percorrenza: 30' - 1h*.
Difficoltà: una calata in doppia, risalita di III (azzerabile**).

8. Inizio della discesa.
9. Discesa su placche e detriti verso il punto di calata. La freccia indica la posizione del chiodo.
10. Preparazione della doppia. La freccia evidenzia la posizione del chiodo.
11. Calata lungo la parete di III fino alla cengia.
12. Ritorno alla base della cima sud. In azzurro la linea di risalita.
13. Inizio della salita verso la cima sud.
* tempo puramente indicativo, esclusa preparazione delle corde.
** utilizzando la corda lasciata all'andata.
Il ritorno dalla cima nord avviene ripercorrendo la stessa via dell'andata.
Si lascia la vetta in direzione ovest scendendo su terreno detritico (foto 8) e piegando subito a sud, restando alla base della paretina che funge da basamento alla cima.
La discesa prosegue su placche e detriti mobili (foto 9) verso il punto di calata, dove all'andata è terminata la parete di III ed è presente il chiodo, la cui posizione è segnata dalla freccia rossa sempre nella foto 9.
Raggiunto il chiodo se ne verificano le condizioni e la tenuta: qualora sorgessero dubbi sulla sicurezza dell'ancoraggio sarà sicuramente necessario evitare di utilizzarlo e cercare uno spuntone adatto allo scopo.
Sistemata così la corda (foto 10) ci si cala lungo la parete est fino alla sottostante cengia (foto 11).
Raggiunta la base della paretina la corda non servirà più e può essere sfilata e riposta; si percorre la cengia fino alla base della parete sud dove si ritrova la corda della calata iniziale.
Si può salire di alcuni metri più a destra rispetto alla linea di discesa (foto 12); portata la corda in quella posizione la si può utilizzare come aiuto per risalire o almeno come sicurezza. In assenza della corda questo tratto presenta difficoltà di II+/III (foto 13).
Al termine della risalita ci si ritrova sulla cima sud, da cui si può riprendere il cammino verso valle seguendo gli itinerari 35b, 35 e 2.
Note meteorologiche:
Il gruppo dei Tournalin è noto per essere facilmente soggetto ad annuvolamenti, pertanto se già all'inizio della giornata si stanno formando nubi su queste cime e/o è previsto un peggioramento nell'arco della giornata è consigliabile rimandare la salita.
Attrezzatura:
Scarponi adatti all'uso su roccia, corda 60 m. + corda 20-30 m., imbrago, moschettoni, cordini o fettucce, discensore (tutto il necessario per due calate in doppia), vivamente consigliato il casco, abbigliamento per quota medio-alta adeguato alle condizioni meteorologiche.
Frequentazione:
La cima sud del Grand Tournalin è piuttosto frequentata, ma solo una percentuale irrisoria di chi la raggiunge prosegue per la nord.
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